Ventimiglia – 0news
Persone accampate sugli scogli di Ventimiglia. Stop. Persone che vogliono andare in Francia. Stop. Persone che non ci possono andare. Stop.
Perché?
Perché la confusione è tanta. Ma anche per legge, europea. Da noi approvata. Che poi sia ingiusta, iniqua e ridicola, dovrebbe far riflettere. Ma bisognerebbe rifletterci su queste cose prima che una legge sbagliata, qualunque essa sia, venga approvata. Per cambiarla, prima.
Il Trattato di Dublino III impone ai profughi di chiedere asilo nello stato d’Europa nel quale arrivano. Ma se lo stato di arrivo non è la meta finale del viaggio le cose da noi si complicano.
Succede spesso che i migranti si rifiutino di offrire generalità, documenti, impronte digitali alle autorità, per evitare che una volta raggiunta la loro destinazione (di solito in nord Europa) possano essere rispediti in Italia. Succede spesso che le forze di polizia prendono questi dati con la forza (le impronte, almeno), quando riescono. Succede spesso che i cittadini europei possano non mostrare i documenti alle frontiere solo all’interno dell’area Schengen; fuori, alle frontiere di altri stati, servono i documenti, anche agli europei: è necessario palesarsi e “avvertire” le autorità dello stato nel quale stiamo entrando. Succede spesso che l’Italia faccia finta di non vedere i migranti arrivare e faccia finta di non dover loro chiedere le generalità, scaricando il problema su altri stati (e se ci sgamano a non rispettare Dublino li possiamo sempre accusare di non rispettare Schengen…, ma così non è).
Ma in teoria e in pratica abbiamo il dovere di rispettare le leggi che ci siamo dati, prendendocene le responsabilità. Così come abbiamo il diritto di non rispettare le leggi che ci siamo dati, se le riteniamo ingiuste, prendendocene le responsabilità.
Rispettare queste leggi e questi trattati, implica attuare delle procedure anche scomode e brutte. Come obbligare con la forza delle persone che non hanno commesso alcun reato a fornire le proprie generalità, una volta in suolo italico, entrando a forza in questo sistema burocratico orrido e mal funzionante. E chi di loro volesse richiedere asilo all’Europa è obbligato a farlo in Italia, se è arrivato in Italia, anche se la sua meta è la Svezia. Perché? Perché assieme agli altri stati europei ci siamo accordati così, e se non siamo più convinti di ciò, dobbiamo farlo presente e cambiare o abolire questo Trattato di Dublino, che ci obbliga a fare cose che non vogliamo fare, in Italia. Non le vogliamo fare, queste cose, perché evidentemente non ci portano dei vantaggi e sono cose cattive e violente. Cose che non ci siamo resi conto che lo erano, quando il Trattato l’abbiamo ratificato, con eccessiva leggerezza, evidentemente. Ché quando si tratta di tastiere e digitazione compulsiva siamo tutti delle iene, ma quando ci si presentano delle prede reali, o delle carcasse di speranza davanti agli occhi, è più difficile sbranarle, con i doveri di legge, davanti alle telecamere. Siamo brava gente, dopotutto…
Quindi la soluzione 1 è: più soldi, ci servono più soldi per affrontare questa cosa, non più i famosi 35 euro per richiedente asilo, ma 50, almeno. Soldi dall’Europa, quindi soldi anche da noi, ma che a noi tutti arrivano. Arrivano all’Italia che si prende carico anche di tutte le cose brutte di questa legge. Si prende carico dell’accoglienza dei profughi, dell’assistenza medica, dell’inserimento sociale, delle problematiche di integrazione con i cittadini residenti che dovranno anche loro avere vantaggi dall’accoglienza. Vantaggi che sono cash. Cash per la comunità tutta. E per i servizi, il welfare, l’istruzione, la sanità, il lavoro che non c’è, il reddito minimo garantito. Degli italiani, presenti e futuri. Cash non solo per chi accoglie. Non solo per i privati o le cooperative/associazioni che se ne occupano in prima persona. Lasciare l’accoglienza agli unici che si occupano di welfare in Italia: i privati, la chiesa e i centri sociali, per quanto meglio che niente – ché l’alternativa è il nulla, o quasi, come si è visto – è una sconfitta ovvia dello stato. Quindi, we need more cash per gli stati e le comunità che devono fronteggiare problemi locali, endemici, internazionali e geografici legati ai fenomeni migratori. Problemi di frontiere e di diritti.
La soluzione 1 in breve quindi è: dateci più soldi che così ce ne occupiamo noi veramente (e scusate se ci eravamo sbagliati, se le risorse previste e ratificate anche dall’Italia non bastavano, per fare quello che dovremmo fare, ne servono molte altre). Dateci più soldi, poi facciamo noi. Promesso. Non li rubiamo… forse.
Soluzione 2: ci accontentiamo dei soldi che l’Europa già ci da, e facciamo rispettare il Trattato di Dublino. Con l’uso della forza (ma mica si può eh) e con tutte le cose brutte che ne conseguono. Facciamo la parte dei cattivi. O di quelli che rispettano la legge (?) e la parola data all’Europa. Forse.
Soluzione 3: ce ne freghiamo di Dublino e abbandoniamo a loro stesse, vicino a noi, persone che hanno bisogno d’aiuto, ma che è difficile aiutare istituzionalmente e formalmente, perché implicherebbe obbligarli a rimanere in Italia. A loro spetta il compito di farcela a scappare dalla penisola, senza farsi prendere le impronte, verso la luce del nord anche se brucia, di nascosto e al buio, il più in fretta possibile, come invisibili. All’italiana. Ché in Italia si sa, un futuro per loro è poco probabile. E per gli Italiani anche, forse, ma aspettiamo a dirlo ancora un po’, ché la nostra fiamma è ancora accesa. E magari, domani, con un gratta e vinci risolviamo tutto… Forse.
Soluzione 4: Libertà di movimento per tutti. Forse.
Voi cosa ne pensate?
Quale soluzione scegliereste? Ne conoscete/proponete altre?
E i gratta e vinci li comprate?
E le quote di accoglienza europee?
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