È carnevale, e l’uomo ragno
Ha appena imparato ad andare in bici
da solo senza rotelle.
Ma una discesa ripida fa più paura di una lunga salita
Che tanto c’è una vita infinita davanti;
poi c’è il clown con la tuta blu da Mao e il naso rosso e grosso come il mio
gli occhiali tipo Woody, capelli afro-sixty, di plastica verde
come le scarpe indecenti, da quanto sono grandi,
numero 50 per un nano da uno e venti
(e in metropolitana)
coriandoli ai passanti
indifferenti
ai colori sgargianti, alle maschere mutanti,
ai colori e denti finti
canini bambini che cercano sangue in un sorriso
lontani dagli adulti stanchi sigarette scuri in viso
senza essere morto
c’è chi è già stato ucciso.